giovedì 23 marzo 2017

I fiumi indiani, introduzione generale

Come abbiamo avuto modo di osservare in precedenti post sulla geografia ed il clima del subcontinente indiano (http://informazioniindiaenepal.blogspot.in/search/label/Geografia%20e%20clima), la posizione dell’India in generale non risulta particolarmente favorevole dal punto di vista dello sviluppo umano.
Gangas ir intakai.png
I fiumi che formano il bacino del Gange
Unica eccezione è l’abbondanza di grandi corsi d’acqua, lungo le cui sponde, come accaduto storicamente anche nel resto del mondo, si sono evoluti i primi insediamenti urbani di una certa importanza.
Nella cultura induista i fiumi sono considerati sacri in quanto manifestazione dell’aspetto materno di Dio e come tali vengono quindi venerati alla stregua di divinità, seppur purtroppo questo non sia un deterrente per limitare il loro inquinamento e sfruttamento, che in alcuni casi arrivano quasi a minare la loro stessa esistenza.
Ciononostante, l’induismo può essere considerato la religione dei fiumi, grazie alla loro importanza soprattutto in fatto di rituali e cerimonie, che preferibilmente vengono celebrate lungo le sponde di acque sacre.
Seppur tutti i corsi d’acqua siano considerati sacri, tradizionalmente sono 7 i fiumi più importanti dell’induismo: il Gange, lo Yamuna, il Narmada, il Godavari, il Kaveri, l’Indo ed il Saraswati.

La nostra panoramica segue l’ordine dettato dalla lunghezza, seppur non sia un parametro univoco, in quanto alcuni grandi fiumi scorrono in India solo per brevi o parziali tratti del loro percorso.
Prendendo come fonte la versione inglese di Wikipedia, abbiamo stilato una classifica dei primi 20 fiumi in ordine di lunghezza, cui abbiamo aggiunto altri 3 corsi d’acqua di una certa importanza ed un breve cenno al Saraswati, fiume vedico ormai estinto.

N.
Fiume
Chilometri
Origine
1
Indo
3202
Himalaya-Indo
2
Brahmaputra
2900
Himalaya-Brahmaputra
3
Gange
2525
Himalaya-Gange
4
Godavari
1465
Western Ghats
5
Sutlej
1450
Himalaya-Indo
6
Yamuna
1376
Himalaya-Gange
7
Krishna
1300
Western Ghats
8
Narmada
1290
Satpura Range
9
Karnali Ghaghara
1080
Himalaya-Gange
10
Chenab
960
Himalaya-Indo
11
Chambal
960
Vindhya Range
12
Gomti
900
Shivalik Range
13
Mahanadi
858
Eastern Ghats
14
Son
784
Satpura Range
15
Kaveri
765
Western Ghats
16
Jhelum
725
Himalaya-Indo
17
Tapi Tapti
724
Satpura Range
18
Koshi o Kosi
720
Himalaya-Gange
19
Ravi
720
Himalaya-Indo
20
Gandaki
630
Himalaya-Gange
21
Beas
460
Himalaya-Indo
22
Sarayu
350
Terai
23
Phalgu
Poche decine
Bihar
24
Saraswati
0
Rajasthan

Prima di addentrarci nei dettagli dei singoli corsi d’acqua, dedichiamo alcune righe di introduzione generale ai bacini idrici indiani.
Come intuibile dalla colonna riferita all’origine dei fiumi, la maggior parte dei grandi corsi d’acqua dell’India provengono principalmente da 3 zone: l’Himalaya a nord, le colline Satpura al centro ed i Western Ghats a sud.
I fiumi che scendono dall’Himalaya creano tre grandi sistemi idrici, quello dell’Indo e del Gange, nei quali convergono la maggior parte dei corsi d’acqua minori e che, soprattutto il secondo, interessano l’India; i maggiori fiumi del bacino del Brahmaputra si trovano principalmente il Bangladesh, quindi esulano dal nostro tema.

Il bacino idrico dell’Indo interessa l’India con 6 fiumi, l’Indo e 5 suoi affluenti che danno il nome alla vasta regione geografica del Punjab (panch, cinque, e jab, fiume), divisa tra India e Pakistan.
Il Sutlej, il Chenab, il Jhelum, il Ravi ed il Beas (in ordine di lunghezza) sono anche conosciuti con il nome comune di Panjnad River, che si forma dalla successiva convergenza di questi 5 fiumi prima di entrare nell’Indo: il Jhelum ed il Ravi si uniscono al Chenab, il Beas si unisce al Sutlej, quindi il Chenab ed il Sutlej si uniscono per formare appunto il Panjnad che scorre per 45 chilometri prima di incontrare l’Indo.
Oltre alle divisioni geografiche, questi 6 fiumi fanno parte dell’Indus Waters Treaty, un importante trattato firmato nel 1960 tra India e Pakistan per regolare in maniera pacifica, e produttiva, la distribuzione delle acque.
Molto salomonicamente, i 3 fiumi orientali, Sutlej, Beas e Ravi, sono stati dati all’India, mentre lo sfruttamento delle acque dei 3 occidentali, Chenab, Jhelum e Indo, è in concessione al Pakistan.

Il bacino idrico del Gange comprende principalmente fiumi himalayani che si uniscono sulla sponda settentrionale del Gange negli stati dell’Uttar Pradesh e Bihar.
Parziale eccezione è lo Yamuna, che pur nascendo sull’Himalaya, pochi chilometri ad est della sorgente del Gange, scorre quasi parallelo per unirsi da sud nella città di Allahabad, al centro dell’Uttar Pradesh meridionale.
Completa eccezione sono invece alcuni corsi d’acqua provenienti dalle catene collinari del centro dell’India e che sfociano anche loro sulla sponda sud del Gange.
Seppur si tratti di fiumi di portata minore di quelli d’origine himalayana, ben 2 sono presenti nella nostra lista dei 20 fiumi indiani più lunghi, il Chambal, di 960 km, originario delle colline Vindhya ed il Son, di 784 km, proveniente dalle colline Satpura.

I fiumi del centro-sud dell’India hanno anche loro bacini inferiori rispetto ai grandi corsi d’acqua himalayani, ma molti di loro sono particolarmente lunghi e possono raggiungere portate notevoli.
Curioso notare che la maggior parte di questi fiumi, tra cui i 3 più importanti originati nei Ghati Occidentali (Godavari, Krishna e Kaveri), scorrono lateralmente lungo l’asse orizzontale, piuttosto che in verticale da nord a sud, nascendo a pochi chilometri da una costa per andare a sfociare dopo un lungo percorso nella costa opposta.

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