lunedì 6 febbraio 2017

Breve introduzione allo scrittore Rabindranath Tagore

Late-middle-aged bearded man in Grey robes sitting on a chair looks to the right with serene composure.Rabindranath Tagore (1861-1941) è stato uno scrittore indiano, principalmente in lingua bengalese ma anche hindi e inglese, noto per essere stato insignito, nel 1913, del Premio Nobel per la Letteratura.
La sua vasta produzione comprende circa 8 raccolte di poesie, 7 commedie teatrali, 8 romanzi, 2 memorie e più di 90 racconti, a cui vanno aggiunte numerose traduzioni in inglese delle sue stesse opere.

Figlio di una ricca e rispettata famiglia di Calcutta, ricevette un’ottima educazione, spendendo anche circa 2-3 anni a studiare legge in Inghilterra.
Tornato in Bengala nel 1880, si sposò nel 1883 e successivamente iniziò a prendersi cura dei vasti terreni di proprietà della famiglia, potendo in questo modo portare avanti anche i suoi interessi letterari.
Questa fase della sua vita ebbe chiaramente molta influenza sulle sue opere, spesso ambientate appunto nella vasta campagna bengalese della quale divenne presto un esperto ed estimatore.
Nel 1912, ormai scrittore noto all’interno dell’India, tornò in Inghilterra con Gitanjali, una collezione di poesie in bengalese, in parte tradotte in inglese da lui stesso sotto il titolo Song Offerings, che contiene 53 poesie delle 157 della versione bengalese originale, più 50 tratte da altre raccolte e dalla commedia Achalayatan.

Grazie anche all’interessamento del poeta inglese, e suo amico personale, W.B. Yeats, che ne curerà l’introduzione, quest’opera conoscerà un notevole apprezzamento in occidente e sarà la base delle motivazioni per il Premio Nobel che Tagore riceverà l’anno successivo, il 1913, “per la profonda sensibilità, per la bellezza e freschezza dei versi che, con consumata capacità¸riesce a rendere nella sua poeticità, espressa attraverso il suo linguaggio inglese, parte della letteratura dell’ovest”.
Il resto della sua vita lo trascorse dedicandosi alla scrittura, ai viaggi, alla fondazione di una scuola e ad altre forme d’arte; fu infatti anche apprezzato musicista, componendo più di 2.000 canzoni, tra cui i testi dell’inno dell’India e del Bangladesh, e dai sessant’anni iniziò anche a dedicarsi alla pittura.
Politicamente fu dapprima piuttosto entusiasta del movimento gandhiano, dal quale però si distaccò quando inziarono i primi atti di violenza, incompatibili con il suo carattere di intellettuale.
Da parte sua si dedicò quindi all’aspetto sociale della vita indiana, schierandosi apertamente contro l’intoccabilità e la divisione in caste, facendo spesso dei dalit (i furoi casta) gli eroi delle sue opere.

Nonostante Tagore fu principalmente uno scrittore in versi, a causa dello scarso interesse generale verso la poesia a discapito della prosa dovuto all’intrinseca maggior difficoltà di comprensione della prima, oggigiorno sono i romanzi, le opere teatrali ed i racconti ad essere maggiormente apprezzati dal pubblico.
Molti racconti di Tagore offrono dei meravigliosi spaccati della vita del bengala rurale, che egli, come già detto, ebbe modo di conoscere ed amare profondamente, ma ve ne sono anche numerosi ambientati in contesti urbani, come la città di Calcutta, realtà che comunque Tagore conosceva altrettanto bene.
Seppur i circa 90 racconti di Tagore coprino un ampio spazio temporale, essendo stati scritti dal 1884 al 1941, più della metà, circa una sessantina, furono redatti tra il 1891 ed il 1899, gli anni che il poeta trascorse come amministratore dei terreni di famiglia.

Questa fu quindi l’ispirazione letteraria, a cui bisogna anche aggiungerne una pratica, a motivare questo grande interesse del poeta  verso i racconti, cioè la continua richiesta da parte dei lettori delle riviste di letteratura con le quali Tagore collaborava.

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